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Tavolino da tavolo/caffè in pietra dura del XVIII secolo
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Un grande e piuttosto raro tavolo in pietra dura del XVIII secolo/tavolino da caffè/tavolino basso/tavolino centrale. Il piano quadrato è riccamente intarsiato con una vasta gamma di marmi e pietre dure colorate, tra cui alabastro fiorito, brocatella di Spagna, breccia corallina, bianco e nero, lapislazzuli, lumachella, giallo antico, rosso antico e verde antico. La superficie è organizzata intorno a un'audace struttura geometrica, che inizia con una rosetta centrale composta da petali a raggiera in alabastro e altre pietre semitrasparenti, ogni segmento tagliato e montato meticolosamente. Questo rosone è circondato da un medaglione smerlato formato da marmi a contrasto, progettato con pannelli triangolari alternati di varie pietre come il verde antico, il giallo antico e il rosso antico, incastonati per creare un effetto a raggiera. La fascia è punteggiata da inserti ovali di pietre riccamente colorate, producendo una composizione ritmica e strutturata che evidenzia le qualità intrinseche dei materiali.
Il campo centrale è circondato da un bordo circolare a traliccio, che alterna riserve di marmo a forma di diamante decorate con semplici rosette a quattro petali su fondi di broccatello e bianco e nero. Il tutto è incorniciato da un ulteriore bordo concentrico di marmi figurati, che rafforza la struttura circolare. La pannellatura più esterna del piano è divisa in riserve rettangolari, ognuna decorata con fogliame a scorrimento eseguito in pietra dura policroma su fondo nero, incorporando gialli, rossi, bianchi e tocchi di blu. Queste volute foliate mostrano volute strettamente arricciate e foglie a ventaglio, disposte simmetricamente per incorniciare ogni angolo e sezione laterale. Ad ogni angolo del quadrato, i dispositivi a forma di quatrefoil formati da lapislazzuli, pietre dure rosse e bianche creano un motivo unificante, ancorando l'intero design all'interno della cornice quadrata. Strette fasce di marmo broccatello delimitano ogni sezione, dividendo i diversi registri e mantenendo il preciso ordine geometrico che caratterizza il piano.
La particolare forma delle foglie intrecciate e volute all'interno dei pannelli di cornice e di quelli che circondano il medaglione centrale richiama i modelli decorativi delle botteghe granducali di Firenze tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, in particolare quelli realizzati sotto la supervisione di Giovan Battista Foggini. La loro caratteristica forma smerlata, unita ai ricchi contrasti dei marmi colorati, rimanda direttamente alla tradizione della pietra dura fiorentina. Allo stesso tempo, il centro geometrico con i suoi cunei a raggiera di marmi campione è strettamente allineato al gusto romano per le composizioni di campioni di marmi rari disposti in rigorosi schemi geometrici. La sintesi di questi due approcci dimostra l'intersezione delle tradizioni nelle botteghe italiane, dove la decorazione a volute Florentine e l'ordine geometrico romano coesistevano nello stesso disegno.
Questa combinazione di tipologie romane e fiorentine è una caratteristica notevole della produzione di pietra dura a Napoli nel XVIII secolo. Napoli, con la sua lunga tradizione di lavorazione del marmo, fu particolarmente plasmata dalla manifattura fondata da Carlos VII di Borbone, Re di Napoli e Sicilia (1716-1788), che in seguito regnò come Carlos III di Spagna. Il suo regno favorì una fioritura di decorazioni in pietra, ispirandosi sia ai modelli granducali fiorentini che alle preferenze classiche di Roma. Il periodo della Controriforma a Napoli aveva già creato una domanda di decorazioni elaborate in marmo e pietra dura, in quanto le chiese commissionavano altari, balaustre e arredi ai marmisti locali. L'esperienza acquisita nella produzione di arredi ecclesiastici si tradusse in commissioni domestiche come i piani da tavolo, dove le stesse tecniche di intarsio, intarsio policromo e intarsio in pietra dura lucida furono impiegate su scala più ridotta.
Il formato quadrato di questo tavolo è tipico della produzione del XVIII secolo, con numerosi esempi prodotti sia per residenze private che per contesti ecclesiastici. Molti piani d'appoggio napoletani in pietra dura di questo tipo erano montati su supporti a forma di balaustro di marmo, come si può vedere in esempi comparabili sopravvissuti nelle chiese napoletane, come quello conservato a S.Teresa degli Studi, illustrato in A.M. Giusti, Pietre Dure, Londra, 1992, p.225, fig.82. La sopravvivenza del presente piano, con le sue grandi dimensioni e la disposizione intatta del centro geometrico e degli elaborati bordi fogliati, lo colloca all'interno di questo corpus di importanti arredi in pietra dura dell'Italia meridionale.
La selezione dei materiali utilizzati per questo top ne sottolinea il prestigio. Il lapislazzuli, usato con parsimonia nei quadrifogli angolari, indicava sia il costo che la rarità, mentre le pietre antiche come il giallo antico e il verde antico facevano riferimento direttamente all'antichità, molto apprezzate nel XVIII secolo per le loro associazioni storiche. La breccia corallina e l'alabastro fiorito, con le loro venature riccamente variegate, hanno fornito un'ulteriore texture visiva. La giustapposizione di alabastri traslucidi con brecce opache e antiche pietre romane dimostra la volontà del laboratorio di mettere in mostra la varietà, sia per quanto riguarda i colori che il carattere geologico. Questa disposizione sarebbe servita come dimostrazione non solo dell'effetto decorativo, ma anche dell'ampiezza della conoscenza dei materiali a disposizione delle botteghe italiane dell'epoca.
Questo grande tavolo in pietra dura del XVIII secolo racchiude la confluenza delle tradizioni romane e fiorentine interpretate a Napoli, eseguite con una maestria nell'intarsio della pietra dura che richiedeva non solo precisione tecnica ma anche un vasto accesso a marmi rari e antichi. La sua complessa composizione, la varietà dei materiali e le associazioni storiche con commissioni sia ecclesiastiche che secolari lo rendono un'importante sopravvivenza della decorazione lapidea italiana, che collega le tradizioni delle botteghe granducali fiorentine con il mecenatismo borbonico di Napoli nel XVIII secolo.
Italia, Circa: 1780
- Dimensioni:Altezza: 38,1 cm (15 in)Larghezza: 76,2 cm (30 in)Profondità: 76,2 cm (30 in)
- Stile:Romano classico (Del periodo)
- Materiali e tecniche:
- Luogo di origine:
- Periodo:1780-1789
- Data di produzione:1780
- Condizioni:Usura compatibile con l’età e l’utilizzo.
- Località del venditore:New York, NY
- Numero di riferimento:1stDibs: LU919546165862
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4,9
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