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Marcello MascheriniLettera di Marcello Mascherini a Nesto Jacometti - 19561956
1956
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S. T. L. indirizzata al collezionista Nesto Jacometti, su carta intestata "Marcello Mascherini - Scultore - Trieste - Via Fabio Severo 20". Trieste, 2 maggio 1956. 21. 29 cm. due fori sul lato destro. Condizioni perfette.
Marcello Mascherini scrive in risposta a una lettera del 29 aprile di Nesto Jacometti, e gli dice che la Galleria Giotto è ormai chiusa, che il suo amico Pesoli è a Roma e che in qualche modo ripagherà la somma forse di una vendita. Spera di poterlo vedere alla Biennale.
Marcello Mascherini ebbe successo nel 1936 quando le sue opere furono esposte a Vienna, Budapest, Berna, Lienz, Sydney, Parigi, New York e San Francisco, ma la sua attività culminò quando ricevette il premio unico dell'Accademia d'Italia per la Scultura di Mussolini (1940). Da ricordare anche la sua carriera di scenografo, iniziata nel 1948 e intensificatasi dopo un soggiorno a Parigi nel 1951 dove conobbe Boris Vian e Jean Louis Barrault, e la sua attività di decoratore navale, iniziata con i due profili in bronzo del Duce e del Re costruiti per la motonave "Victoria I" nel 1930, con i quali iniziò un'attività redditizia.
A consacrarlo nell'Olimpo degli scultori italiani furono tutti i successi dagli anni Trenta in poi, culminati in numerosi premi, inviti e successi internazionali: dalla Mostra d'Arte Italiana di Budapest del 1936 all'incarico per la realizzazione di una delle statue del frontone del padiglione italiano all'Esposizione Universale di Parigi (premiata con la medaglia d'oro) nel 1937, al premio, sempre nel 1937, della Mostra d'Arte Italiana di Parigi, alla nomina nel 1948 ad Accademico di S. Luca, oltre alla partecipazione alla Mostra d'Arte Italiana del Novecento del 1949 al Museum of Modern Art di New York. Luca, oltre alla partecipazione alla mostra d'arte italiana del XX secolo del 1949 al Museum of modern art di New York.
Non c'è dubbio che M. godesse dell'appoggio dell'establishment politico italiano, che lo favoriva molto. Nel 1952 divenne anch'egli membro del consiglio di amministrazione della Biennale; nel 1954 ebbe nuovamente una sezione personale. Nello stesso anno vinse anche il secondo premio per la scultura alla Biennale di San Paolo del Brasile. Torna a Venezia per l'edizione del 1956 della Biennale, dove spera di incontrare l'amico e collezionista Jacometti.
In questo periodo terminò il Monumento ai Caduti per la città di Trieste e a Roma conobbe lo scultore americano A. Calder.
- Creatore:Marcello Mascherini
- Anno di creazione:1956
- Dimensioni:Altezza: 21 cm (8,27 in)Larghezza: 29 cm (11,42 in)Profondità: 1 mm (0,04 in)
- Tecnica:
- Movimento e stile:
- Periodo:
- Condizioni:L assicurazione può essere richiesta dai clienti come servizio aggiuntivo; contattateci per maggiori informazioni.
- Località della galleria:Roma, IT
- Numero di riferimento:Venditore: J-790581stDibs: LU65037629112
Marcello Mascherini, è nato a Udine nel 1906. Dopo lo Studio d'Arte di Isernia e continuò a coltivare la sua pratica scultorea, completando un apprendistato nello studio di Franco Asco (1899-1970). Nel 1924 debuttò al Circolo Artistico di Trieste. Tra le prime opere conosciute del giovanissimo Marcello Mascherini ci sono le espressive ed evocative maschere in gesso che realizzò nel 1928 per il Teatro Politeama di Trieste, su commissione dell'architetto Umberto Nordio. A partire dagli anni '30 e dopo l'incontro con Arturo Martini (1889-1947), iniziò a lavorare su scala più ampia, sviluppando l'idea di figure dalla pelle ruvida e dai volti che ricordano la statuaria etrusca, esprimendo virtù arcaiche come il lavoro, la maternità e la comunione con la natura. Nel 1931, quando aveva solo 25 anni, fu notato dall'architetto triestino Gustavo Pulitzer Finali, che progettò gli interni della motonave Victoria e che gli chiese di decorare la sala banchetti di prima classe. Questo momento segnò l'inizio delle sue prestigiose collaborazioni con artisti e architetti come Libero Andreotti e Gio Ponti e, di fatto, gli aprì la strada alla decorazione di navi e transatlantici, che sarebbe durata fino agli anni '60. Dal 1934 in poi, e per altre undici edizioni, fu presentato anche alla Biennale di Venezia. Mascherini ottenne premi e riconoscimenti alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia, con opere suggestive come il gruppo di Piccoli Bronzi animati e primitivisti esposti alla Biennale del 1934, o come Eva e Susanna presentati alla Quadriennale del 1939. Il successo dello scultore non fu solo in Italia, ma anche alle mostre estere organizzate dalla Biennale, ad esempio nel 1936 ricevette il Diploma d'Onore alla Mostra d'Arte Italiana Contemporanea di Budapest. Con il passare degli anni, le figure filiformi e allungate furono sempre più sostituite da volumi pieni e arrotondati che si inserivano nello spazio con maggiore consapevolezza e dinamismo, sempre di natura arcaica, come si può vedere nelle sculture femminili Venere Marina, presentate alla Quadriennale di Roma nel 1943. Gli anni '50, '60 e '70 sono stati segnati soprattutto dal contributo artistico che lo scultore ha dato al mondo del teatro e della scenografia. Nel 1953 compì un viaggio fondamentale a Parigi, dove visitò lo studio di Constantin Brancusi (1876-1957), di cui assorbì il linearismo sintetico. Il periodo del dopoguerra fu segnato dall'abbandono delle forme arrotondate e dal passaggio a un primitivismo espressivo e spigoloso, in sculture come il drammatico Progetto per il Monumento di Aushwitz del 1958 per la Risiera di San Sabba. Per la produzione in transatlantico, l'artista si affida a uno stile a metà strada tra la rielaborazione della scultura del XV secolo e un linguaggio personale, a volte filiforme e a volte più pieno e aggraziato, costituito da una linea giocosa e vitale, che sfocia in un modernissimo espressionismo di prestigio internazionale. Attivo fino alla fine, lo scultore morì a Padova nel 1983 all'età di settantasette anni.
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