Tony Oursler

Granchio (con documentazione della mostra itinerante del museo)

1972

Tony Oursler è noto per la sua innovativa integrazione di video, scultura e performance nella sua arte.

Mentre studiava al California Institute of Arts, Oursler fu influenzato da John Baldessari, che gli insegnò, Mike Kelley, John Miller e Jim Shaw l'importanza del potenziale narrativo delle immagini e del potere associativo del linguaggio.

Figura pionieristica dei nuovi media fin dagli anni '70, Oursler ha esplorato diversi metodi per incorporare il video nella sua pratica, facendo uscire la videoarte dallo schermo bidimensionale per creare ambienti tridimensionali in movimento con l'uso di proiezioni. Al centro della pratica di Oursler c'è una preoccupazione persistente per la tecnologia e il suo effetto sull'umanità; nelle sue installazioni immersive presenta una dissonanza di immagini e suoni in movimento che cerca di disorientare e disarmare gli spettatori. I suoi video hanno spesso come soggetto il volto umano, frammentando e distorcendo la sua fisionomia, e quindi la leggibilità dell'espressione, proiettandola su oggetti inanimati o incorporandola nelle sue sculture. Con queste video-sculture Oursler esplora il ruolo che la rapida crescita della tecnologia gioca nell'alterare, e spesso inibire, il comportamento sociale umano.

Le opere di Oursler sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private come Broad Art Foundation, Los Angeles, CA; CAPC Musée d'art Contemporain de Bordeaux, Bordeaux, Francia; Carnegie Museum of Art, Pittsburgh, PA; Centre Georges Pompidou, Parigi, Francia; Cincinnati Art Museum, Cincinnati, OH; Cleveland Museum of Art, Cleveland, OH; e altri ancora.

Nel 2000, Oursler ha ricevuto il premio U.S. Art Critics Association ICA New Media Award.

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